Perché il network marketing non è lavaggio del cervello?

C’è una grande massa di persone che odiano il network marketing. E tra loro, una parte ama ripetere che questa attività è un lavaggio del cervello. Cioè, che si basa sul convincere le persone a promuovere prodotti usando tecniche che farebbero invidia alle più segrete delle sette segrete.

 

Una tale visione mette in luce molte storture di un ragionevole pensiero razionale. Parliamo quindi di cosa avviene in realtà quando si fa network marketing e perché queste accuse sono totalmente prive di fondamento oltre che infantili.

Nel mondo, nessuno fa nulla…?

Prima di affrontare l’argomento del lavaggio del cervello, bisogna domandarsi se il network marketing sia un lavoro. Perché la prima accusa, velata dall’ovvio attacco ai supposti metodi da setta, è legata alla domanda inespressa: chi fa network marketing fa davvero qualcosa?

 

I detrattori dell’attività che rappresenta la mia vita da diversi anni ormai vorrebbero far credere che non esiste alcun tipo di attività. Infatti, molti non si soffermano nemmeno su questo punto e dichiarano che ogni MLM è truffa.

 

Dal punto di vista legale, hanno torto perché la legge tutela questa attività è la Legge n.173/2005. Quando si fa presente questo fatto, gli attacchi cambiano forma. Spesso, assumendo tratti di domande oblique che mirano a creare dubbi. Ma sarà davvero così? Ma la legge sarà davvero rispettata.

 

La risposta a queste domande è sempre sì. Perché se così non fosse scatterebbero l’arresto e le ordinanze. Ma questo non ferma certo chi crede che chi fa network marketing non fa nulla. Anche se a questo punto, sta emergendo un altro verità: chi non sa fare, insegna.

Perché non potrebbe mai essere lavaggio del cervello?

La risposta a questa domanda è così ovvia che fa quasi male esporla. Se davvero il lavaggio del cervello fosse un opzione, perché mai creare una rete di vendita? Perché non raccogliere direttamente i soldi? Senza contare che chi afferma tale falsità potrebbe usare, e forse lo fa, questo ragionamento per tutto: la religione, lo stato, etc.

 

Chiaramente, c’è un livello di convinzione coinvolto nell’attività di network marketing. Ma quanti lavori esistono che non richiedono un minimo di convinzione da parte del lavoratore?

 

A parte questo, il network marketing è un lavoro che non esclude nessuno. Con la crisi o senza, questa attività ha sempre dato modo a chi voleva vendere di farlo. Ed è sicuramente vero che alcuni non hanno avuto successo. Ma perché mai dovrebbe essere altrimenti?

 

La vendita non è che il cuore di qualsiasi attività commerciale. Quindi, chi parla di lavaggio del cervello quando si tratta di vendita, non fa altro che chiudere occhi e orecchie al mondo che ci circonda.

In sintesi: perché il network marketing continuerà a esistere

C’è chi dice che i networker sono troppo insistenti. Davvero? La maggior parte delle vendite non avvengono prima dell’ottavo o nono. Poi però del cliente che ti ringrazia per avergli fatto conoscere il prodotto non ne parla nessuno.

 

Se così non fosse, se fosse davvero una truffa, i networker finirebbero tutti in galera dopo la prima vendita.

 

E invece, chi come me crea una squadra resta sul pezzo, fa gruppo, e si crea la propria strada verso il benessere e l’autorealizzazione. Come del resto fa chiunque.

 

Forse noi networker percorriamo la via del successo in modo più libero di altri. Tra l’altro, accettando più rischi di altre professioni. E questo non va giù ad alcune persone particolarmente acide e con troppo tempo da dedicare a insultare il lavoro altrui.